• Panoramica
  • Miliardi di anni fa
  • 1.5 Milioni
  • 3000 a.C.
  • 1672
  • 1799
  • 1800
  • 1831
  • 1839
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  • 1873
  • 1878
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  • 1960
  • 1962
  • 1963
  • 1969
  • 1976
  • 1990
  • Riflessione
  • IL SOLE LA NOSTRA STELLA

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    Scheda didattica  |  Approfondimento



    Esperimenti


    Utilizzando questo modello di sistema solare possiamo mimare il movimento (la rivoluzione) dei pianeti intorno al Sole. Per rispondere alla nostra domanda riguardo al colore del tramonto dobbiamo inclinare la Terra (rispetto ai suoi poli) di circa 23° e farla ruotare intorno al suo asse.

    Con l’aiuto di una fonte luminosa (una pila ad esempio) possiamo quindi osservare come all’alba e al tramonto i raggi del sole non colpiscano la Terra in modo perpendicolare, ma inclinato. Quando la luce del sole attraversa direttamente la nostra atmosfera (durante il giorno ad esempio) ci appare chiara, quando la sera invece deve attraversare un maggior spessore di atmosfera ci appare rossa
    (vedi approfondimenti).

    Nella storia troviamo


    Sin dai tempi antichi il Sole era talmente importante da essere considerato una divinità. Il culto del dio Sole è continuato per tutta la storia: nel neolitico, nell’antico Egitto, nella mitologia greca come nell’impero romano o nelle millenarie culture del sud America. Molte credenze infatti sono sorte attorno ad esso. Nelle diverse religioni le divinità legate al Sole hanno nomi diversi e sono associate ad aspetti culturali diversi, ma in gran parte l’immagine è identica.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
    Viale S. Franscini 32
    6500 Bellinzona

  • IL FUOCO UN AMICO DAI MILLE UMORI

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    Esperimenti


    COSA FARE

    Sul tavolo c’è una candela spenta. Come fare ad accenderla? Con i fiammiferi, con l’accendino, con il Sole e una lente d’ingrandimento, strofinando dei legnetti o due pietre (la pietra focaia)? Forse nessuno ha mai utilizzato le ultime tre modalità, ma in commercio esistono degli strumenti che sono praticamente delle pietre focaie “tecnologiche”. Si chiamano Magnesium fire starter. Se si grattugia un po’ di magnesio con il seghetto su un pezzo di carta o di ovatta si può poi incendiarlo con una scintilla colpendo la parte scura.

    COME FUNZIONA

    I Magnesium fire starter sono composti da tre parti: una placchetta di metallo argenteo composta da magnesio, un inserto di metallo scuro che contiene cerio e un seghetto. Il magnesio è un metallo leggero che si infiamma facilmente se si trova in fili sottili o in trucioli. Il cerio invece è un metallo che può facilmente far scoccare scintille se “graffiato” con una lama.




    Nella storia troviamo


    L’IMPORTANZA DEL FUOCO E LA SUA PRESENZA NELLE RELIGIONI

    L’attività di tenere acceso il fuoco è stata così importante da essere menzionata anche in diversi rituali religiosi:

    • Nell’antica Roma, ad esempio, vi erano delle sacerdotesse, chiamate vestali, che avevano il compito di tenere sempre acceso il fuoco nel tempio dedicato a Vesta, dea del focolare domestico.

    • Nella religione cattolica il fuoco è un simbolo importante. Lo Spirito Santo è rappresentato da un fuoco e nelle chiese si accendono candele per rendere omaggio a Dio.

    • In diverse religioni indiane il fuoco simboleggia il dio del Sole e il dio che governa i mutamenti. Infine, ancora oggi si usa il termine “focolare domestico” per indicare la casa o la vita familiare.

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  • LA CANDELA, UN’IDEA LUMINOSA

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    Esperimenti


    OSSERVIAMO DA VICINO LA FIAMMA DI UNA CANDELA

    COSA FARE

    Notiamo che all’interno nella parte inferiore il colore della fiamma è blu mentre nella parte superiore è giallo-arancione.

    COME FUNZIONA

    Il calore della fiamma fa fondere la cera vicino alla base dello stoppino. Questa cera fusa irrora lo stoppino fin dentro la fiamma. La cera nella parte bruciata dello stoppino è trasformata dal calore in gas. Questo vapore di cera si mischia con l’aria e brucia, dando alla fiamma un colore blu. La miscela quindi risale fino alla metà della fiamma, dove bruciano le particelle di carbonio della cera ed è la loro incandescenza a dare una luce gialla-arancione.

    CON GLI OCCHIALI RETICOLATI... LUCE A FORMA DI CUORE E DI GIRANDOLA!

    Scopriremo meglio più avanti cosa sono gli occhiali reticolati e a cosa servono. Per ora limitiamoci ad osservare la luce della candela con questi speciali occhiali e lasciamoci stupire…

    Nella storia troviamo


    L’uomo inizò ad usare il fuoco come fonte di illuminazione fin dalla preistoria, ma l’invenzione delle candele è abbastanza recente. Le candele sostituirono precedenti rudimentali strumenti che servivano a controllare il fuoco per poterlo utilizzare come fonte di illuminazione. L’evoluzione delle candele iniziò con semplici pietre scavate riempite di grasso animale fino alle più diffuse torce formate da stracci imbevuti sempre di grasso animale già diffuse in Egitto fin dal 3000 a.c.

    Robert Wilhelm Eberhard Bunsen (1811 – 1899) chimico e fisico tedesco usava uno speciale fornello che prende il suo nome per studiare il colore delle fiamme. Si tratta di un bruciatore a gas usato in chimica. Lo scienziato, o forse il suo assistente Peter Desaga, perfezionò questo speciale bruciatore, inventato precedentemente da Michael Faraday che ancora oggi è chiamato becco Bunsen.

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  • L’ARCOBALENO E I RAGGI CHE NON VEDIAMO

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    Esperimenti


    OCCHIALI CON RETICOLO, UN ARCOBALENO IN TASCA!

    COSA FARE

    Grazie a questi occhiali possiamo vedere arcobaleni dappertutto! Basta indossarli e guardare verso una fonte luminosa.

    COME FUNZIONA

    Gli occhiali hanno come lenti delle sottili pellicole di plastica sulle quali sono incise tantissime righe perpendicolari. Essi dividono la luce bianca nei colori come un prisma di vetro o una goccia di pioggia per l’arcobaleno, ma funzionano secondo un altro principio di ottica: la diffrazione. La luce bianca arriva sul reticolo e da ogni riga sottile riparte in tutte le direzioni separata nelle componenti monocromatiche (i colori dell’arcobaleno). Questo fenomeno avviene ogni volta che la luce attraversa lo spazio sottile tra due oggetti: provate a guardare la luce di una lampadina attraverso lo spazio tra due matite quando sono vicinissime. Osservate soprattutto delle luci puntiformi: sono di grande effetto!

    Disco di Newton


    COSA FARE

    Sul disco di Newton si trovano stampati i sette colori dell’arcobaleno: violetto, indaco, azzurro, verde, giallo,arancione e rosso. Ai nostri occhi, la visione sovrapposta dei sette colori ottenuta con la rotazione veloce di un piccolo motorino, dà come risultato un colore biancastro.

    COME FUNZIONA

    Il disco di Newton ci permette di osservare come componendo i vari colori si riesca ad ottenere il bianco. Si tratta perciò dell’operazione inversa alla scomposizione della luce solare nelle sue componenti colorate che si può ottenere con un prisma di vetro o con gli occhiali con i reticoli.

    PERLINE SENSIBILI ALL'UV, CAMBIANO COLORE SOTTO IL SOLE!


    COSA FARE

    Queste perline bianche nascondono un piccolo segreto: sono sensibili ai raggi UV, cioè ai raggi che provengono dal Sole, ma che noi non vediamo. Basta posizionarle per qualche secondo sotto i raggi del Sole o sotto la lampada a UV e le vedremo diventare tutte colorate.
    Per saperne di più vedi gli approfondimenti.

    TERMOMETRO A INFRAROSSO


    COSA FARE

    Con questo termometro possiamo misurare la temperatura degli oggetti a distanza grazie ai raggi infrarossi.

    COME FUNZIONA

    L’infrarosso è la radiazione emessa da tutti i corpi in ragione della loro temperatura. Questi termometri sono utilizzati comunemente da coloro che lavorano negli impianti termici per conoscere a distanza le temperature. La luce infrarossa è visibile anche con una comune videocamera selezionando la visione all’infrarosso. Anche il termometro che utilizza il medico per misurare la temperatura dall’orecchio funziona così.

    Nella storia troviamo


    Nel 1672 Isaac Newton (1642 – 1727) scoprì che la luce, quando attraversa un prisma di vetro a sezione triangolare, ne esce scomposta in fasce di vario colore che si presentano sempre nello stesso ordine, ognuna con la sua angolazione. Egli chiamò l’insieme di questi colori spettro.
    Qualche tempo dopo, nel 1800 Friedrich Wilhelm Herschel (1738 – 1822) scoprì, nello spettro della luce del Sole vicino al rosso, quelli che oggi chiamiamo raggi infrarossi che sono emessi da tutti i corpi a causa della continua agitazione degli atomi e delle molecole che compongono la materia.

    Solo un anno più tardi Johann Wilhelm Ritter (1776 – 1810) , conoscendo l’esperimento di Herschel, volle indagare se anche oltre il violetto vi erano dei raggi che arrivavano dal Sole e scoprì quindi i raggi oltre il violetto chiamati appunto ultravioletti. (Vedi approfondimento).

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  • LA PILA, ENERGIA ELETTRICA IN TASCA

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    Esperimenti


    ENERGY STICK, UN GIROTONDO...ELETTRICO!

    COSA FARE

    Due o più allievi (anche tutta la classe) si tengono per mano. All’interno del cerchio si inserisce l’Energy stick (bisogna toccare contemporaneamente le due strisce di metallo). Quando il cerchio è chiuso l’Energy Stick si accende, mentre quando in un punto due bambini si staccano il gioco non funziona più. Questo succede anche quando si prova a toccare la testa o i vestiti del vicino. In questi casi infatti la corrente non passa perché i capelli e i vestiti non sono buoni conduttori.

    COME FUNZIONA

    L’Energy Stick è un simpatico gioco che ci permette di sperimentare i circuiti elettrici. Al suo interno si trovano delle pile e un circuito elettronico che sente quando i due anelli di metallo sono a contatto entrambi con un conduttore elettrico. Quando si chiude il circuito la corrente può passare e le lucine si accendono (è come se accendiamo un interruttore!), quando invece il circuito è aperto la corrente non può circolare e il gioco è spento. Da notare che stiamo parlando di minime quantità di corrente, non c’è alcun pericolo!


    LA BICI, SIAMO NOI A PRODURRE CORRENTE!

    COSA FARE

    Salire in sella con un po’ di cautela e iniziare a pedalare. Lo spinotto davanti a voi serve per scegliere quale lampadina si vuole accendere. Lo scopo è quello di accendere la lampadina pedalando e cercando di sentire la differenza di forza che ci vuole per accendere l’una o l’altra lampadina. Una delle cinque lampadine è un po’ speciale. Provate a scoprire qual è e cosa succede!

    COME FUNZIONA

    In questo caso produciamo noi stessi energia elettrica pedalando. Il generatore che si trova dietro la bici è un dispositivo che produce energia elettrica a partire dall’energia meccanica del nostro movimento.



    Nella storia troviamo


    Nel 1791 Luigi Galvani (1737 – 1798), fisico e anatomista italiano, scoprì l’elettricità nei nervi delle rane che dissezionava. Pensava però che l’elettricità si potesse trovare solo nei tessuti viventi e che fosse di origine animale.

    Tra il 1799 e il 1800 Alessandro Volta, scienziato italiano nato a Como nel 1745, realizzò e perfezionò l’invenzione su cui stava lavorando da tempo: la pila, un dispositivo che genera una corrente elettrica costante. Questa invenzione geniale lo rese famoso in tutto il mondo e aprì le porte allo studio della corrente elettrica. La pila di Volta, antenata delle nostre attuali batterie, era costituita da una colonna di dischi di zinco alternati a dischi di rame e degli strati intermedi di cartone imbevuti di acqua salata. Collegando i due poli con un conduttore elettrico si poteva realizzare un circuito in cui passava corrente per tanto tempo.
    Il nome di Alessandro Volta è legato per sempre a quello dell’elettricità: il “volt” (V), l’unità di misura della tensione elettrica, infatti si chiama così proprio in suo onore.



    Il chimico e fisico inglese Michael Faraday nacque nel 1791. I suoi genitori erano di umili origini e a stimolare la sua passione per la scienza è stata soprattutto la lettura di libri. Iniziò la sua incredibile carriera di scienziato come assistente di Humphry Davy un famoso scienziato dell’epoca.
    Nel 1831, Michael Faraday e Joseph Henry notarono che un conduttore, spostandosi all’interno di un campo magnetico, produceva corrente elettrica, scoprendo perciò quella che viene chiamata l’induzione elettromagnetica.

    La prima dinamo basata sui principi di Faraday fu costruita nel 1860 in Italia da Antonio Pacinotti.
    In onore di Faraday, l’unità di misura della capacità elettrica prende il nome di farad.
    http://www.treccani.it/enciclopedia/michael-faraday_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/

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  • L’ARCOBALENO E I RAGGI CHE NON VEDIAMO

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    Esperimenti


    OCCHIALI CON RETICOLO, UN ARCOBALENO IN TASCA!

    COSA FARE

    Grazie a questi occhiali possiamo vedere arcobaleni dappertutto! Basta indossarli e guardare verso una fonte luminosa.

    COME FUNZIONA

    Gli occhiali hanno come lenti delle sottili pellicole di plastica sulle quali sono incise tantissime righe perpendicolari. Essi dividono la luce bianca nei colori come un prisma di vetro o una goccia di pioggia per l’arcobaleno, ma funzionano secondo un altro principio di ottica: la diffrazione. La luce bianca arriva sul reticolo e da ogni riga sottile riparte in tutte le direzioni separata nelle componenti monocromatiche (i colori dell’arcobaleno). Questo fenomeno avviene ogni volta che la luce attraversa lo spazio sottile tra due oggetti: provate a guardare la luce di una lampadina attraverso lo spazio tra due matite quando sono vicinissime. Osservate soprattutto delle luci puntiformi: sono di grande effetto!

    Disco di Newton


    COSA FARE

    Sul disco di Newton si trovano stampati i sette colori dell’arcobaleno: violetto, indaco, azzurro, verde, giallo,arancione e rosso. Ai nostri occhi, la visione sovrapposta dei sette colori ottenuta con la rotazione veloce di un piccolo motorino, dà come risultato un colore biancastro.

    COME FUNZIONA

    Il disco di Newton ci permette di osservare come componendo i vari colori si riesca ad ottenere il bianco. Si tratta perciò dell’operazione inversa alla scomposizione della luce solare nelle sue componenti colorate che si può ottenere con un prisma di vetro o con gli occhiali con i reticoli.

    PERLINE SENSIBILI ALL'UV, CAMBIANO COLORE SOTTO IL SOLE!


    COSA FARE

    Queste perline bianche nascondono un piccolo segreto: sono sensibili ai raggi UV, cioè ai raggi che provengono dal Sole, ma che noi non vediamo. Basta posizionarle per qualche secondo sotto i raggi del Sole o sotto la lampada a UV e le vedremo diventare tutte colorate.
    Per saperne di più vedi gli approfondimenti.

    TERMOMETRO A INFRAROSSO


    COSA FARE

    Con questo termometro possiamo misurare la temperatura degli oggetti a distanza grazie ai raggi infrarossi.

    COME FUNZIONA

    L’infrarosso è la radiazione emessa da tutti i corpi in ragione della loro temperatura. Questi termometri sono utilizzati comunemente da coloro che lavorano negli impianti termici per conoscere a distanza le temperature. La luce infrarossa è visibile anche con una comune videocamera selezionando la visione all’infrarosso. Anche il termometro che utilizza il medico per misurare la temperatura dall’orecchio funziona così.

    Nella storia troviamo


    Nel 1672 Isaac Newton (1642 – 1727) scoprì che la luce, quando attraversa un prisma di vetro a sezione triangolare, ne esce scomposta in fasce di vario colore che si presentano sempre nello stesso ordine, ognuna con la sua angolazione. Egli chiamò l’insieme di questi colori spettro.
    Qualche tempo dopo, nel 1800 Friedrich Wilhelm Herschel (1738 – 1822) scoprì, nello spettro della luce del Sole vicino al rosso, quelli che oggi chiamiamo raggi infrarossi che sono emessi da tutti i corpi a causa della continua agitazione degli atomi e delle molecole che compongono la materia.

    Solo un anno più tardi Johann Wilhelm Ritter (1776 – 1810) , conoscendo l’esperimento di Herschel, volle indagare se anche oltre il violetto vi erano dei raggi che arrivavano dal Sole e scoprì quindi i raggi oltre il violetto chiamati appunto ultravioletti. (Vedi approfondimento).

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  • LA PILA, ENERGIA ELETTRICA IN TASCA

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    ENERGY STICK, UN GIROTONDO...ELETTRICO!

    COSA FARE

    Due o più allievi (anche tutta la classe) si tengono per mano. All’interno del cerchio si inserisce l’Energy stick (bisogna toccare contemporaneamente le due strisce di metallo). Quando il cerchio è chiuso l’Energy Stick si accende, mentre quando in un punto due bambini si staccano il gioco non funziona più. Questo succede anche quando si prova a toccare la testa o i vestiti del vicino. In questi casi infatti la corrente non passa perché i capelli e i vestiti non sono buoni conduttori.

    COME FUNZIONA

    L’Energy Stick è un simpatico gioco che ci permette di sperimentare i circuiti elettrici. Al suo interno si trovano delle pile e un circuito elettronico che sente quando i due anelli di metallo sono a contatto entrambi con un conduttore elettrico. Quando si chiude il circuito la corrente può passare e le lucine si accendono (è come se accendiamo un interruttore!), quando invece il circuito è aperto la corrente non può circolare e il gioco è spento. Da notare che stiamo parlando di minime quantità di corrente, non c’è alcun pericolo!


    LA BICI, SIAMO NOI A PRODURRE CORRENTE!

    COSA FARE

    Salire in sella con un po’ di cautela e iniziare a pedalare. Lo spinotto davanti a voi serve per scegliere quale lampadina si vuole accendere. Lo scopo è quello di accendere la lampadina pedalando e cercando di sentire la differenza di forza che ci vuole per accendere l’una o l’altra lampadina. Una delle cinque lampadine è un po’ speciale. Provate a scoprire qual è e cosa succede!

    COME FUNZIONA

    In questo caso produciamo noi stessi energia elettrica pedalando. Il generatore che si trova dietro la bici è un dispositivo che produce energia elettrica a partire dall’energia meccanica del nostro movimento.



    Nella storia troviamo


    Nel 1791 Luigi Galvani (1737 – 1798), fisico e anatomista italiano, scoprì l’elettricità nei nervi delle rane che dissezionava. Pensava però che l’elettricità si potesse trovare solo nei tessuti viventi e che fosse di origine animale.

    Tra il 1799 e il 1800 Alessandro Volta, scienziato italiano nato a Como nel 1745, realizzò e perfezionò l’invenzione su cui stava lavorando da tempo: la pila, un dispositivo che genera una corrente elettrica costante. Questa invenzione geniale lo rese famoso in tutto il mondo e aprì le porte allo studio della corrente elettrica. La pila di Volta, antenata delle nostre attuali batterie, era costituita da una colonna di dischi di zinco alternati a dischi di rame e degli strati intermedi di cartone imbevuti di acqua salata. Collegando i due poli con un conduttore elettrico si poteva realizzare un circuito in cui passava corrente per tanto tempo.
    Il nome di Alessandro Volta è legato per sempre a quello dell’elettricità: il “volt” (V), l’unità di misura della tensione elettrica, infatti si chiama così proprio in suo onore.



    Il chimico e fisico inglese Michael Faraday nacque nel 1791. I suoi genitori erano di umili origini e a stimolare la sua passione per la scienza è stata soprattutto la lettura di libri. Iniziò la sua incredibile carriera di scienziato come assistente di Humphry Davy un famoso scienziato dell’epoca.
    Nel 1831, Michael Faraday e Joseph Henry notarono che un conduttore, spostandosi all’interno di un campo magnetico, produceva corrente elettrica, scoprendo perciò quella che viene chiamata l’induzione elettromagnetica.

    La prima dinamo basata sui principi di Faraday fu costruita nel 1860 in Italia da Antonio Pacinotti.
    In onore di Faraday, l’unità di misura della capacità elettrica prende il nome di farad.
    http://www.treccani.it/enciclopedia/michael-faraday_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/

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  • SOLE: L’ENERGIA PIÙ PULITA

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    Esperimenti


    RADIOMETRO: LA PRIMA TAPPA VERSO I PANNELLI SOLARI

    COSA FARE

    Osservare il radiometro ponendolo vicino a una sorgente di luce o esposto al Sole. Sorge una domanda spontanea: perché si muove? Possiamo notare che il movimento delle lamine aumenta quando è maggiore l’intensità della luce che ricevono (sotto il Sole girano più in fretta).

    COME FUNZIONA

    La causa del movimento è la differenza di colore dei lati di ogni laminetta. Quando sono esposti alla Iuce, i lati neri si scaldano maggiormente e così anche l’aria in prossimità delle lamine (anche se è parzialmente estratta dall’interno del radiometro perché altrimenti non permetterebbe al mulinello di girare a causa dell’attrito). Le particelle d’aria aumentano la loro agitazione e urtano con maggiore energia le palette nere rispetto a quelle chiare. Il mulinello gira quindi con le palette chiare davanti e quelle scure dietro.


    DALLA LUCE DEL SOLE ALLA LUCE NELLE CASE

    COSA FARE

    La luce in questa casetta in miniatura funziona grazie a dei pannelli solari. Provate a posizionare la lampadina sopra i pannelli. Cosa succede ai LED all’interno della casetta? C’è un pannello che funziona in modo un po’ particolare?

    COME FUNIONA

    Come si può osservare, alcuni pannelli funzionano solo quando ricevono luce diretta dal Sole (o dalla lampadina): più vengono illuminati i pannelli più luce fanno i piccoli LED. Nella realtà però i pannelli solari non funzionano in questo modo altrimenti potremmo avere luce in casa solo quando c’è il Sole fuori (cosa abbastanza inutile). Solo in uno dei pannelli della nostra casetta la corrente prodotta viene accumulata in speciali batterie o pile per poi essere utilizzata quando serve, proprio come negli impianti reali.

    Nella storia troviamo


    Sir William Crookes, (1832 –1919) fu un chimico e fisico inglese, importante studioso di spettroscopia. Fu l’inventore nel 1873 di quello che oggi chiamiamo il radiometro di Crookes venduto ancora oggi come oggetto decorativo.
    Per raggiungere le conoscenze odierne nella tecnologia fotovoltaica ci sono volute diverse tappe e diverse menti illustri hanno contribuito con i loro studi ad acquisire le conoscenze odierne (ancora in costante evoluzione).

    Nel 1839 Il francese Alexandre Edmond Bécquerel (1820 – 1891) notò che della corrente elettrica viene generata durante alcune reazioni chimiche indotte dalla luce. Bécquerel costruì nel suo laboratorio la prima cella fotovoltaica a soli 19 anni. Grazie alle sue osservazioni è considerato lo scopritore dell’effetto fotovoltaico.

    Albert Einstein fisico e filosofo tedesco, svizzero e statunitense, fu uno dei più celebri fisici della storia della scienza ed è considerato all’unanimità uno dei più importanti studiosi del XX secolo anche per il suo vasto contributo alla cultura. Nel 1905 pubblicò la sua teoria sull’effetto fotoelettrico che gli valse il premio Nobel per la Fisica nel 1921 scoprendo, in poche parole, la relazione tra luce e corrente elettrica.

    Nel 1963 la ditta giapponese Sharp iniziò a produrre i primi moduli fotovoltaici commerciali.

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  • LA PILA, ENERGIA ELETTRICA IN TASCA

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    ENERGY STICK, UN GIROTONDO...ELETTRICO!

    COSA FARE

    Due o più allievi (anche tutta la classe) si tengono per mano. All’interno del cerchio si inserisce l’Energy stick (bisogna toccare contemporaneamente le due strisce di metallo). Quando il cerchio è chiuso l’Energy Stick si accende, mentre quando in un punto due bambini si staccano il gioco non funziona più. Questo succede anche quando si prova a toccare la testa o i vestiti del vicino. In questi casi infatti la corrente non passa perché i capelli e i vestiti non sono buoni conduttori.

    COME FUNZIONA

    L’Energy Stick è un simpatico gioco che ci permette di sperimentare i circuiti elettrici. Al suo interno si trovano delle pile e un circuito elettronico che sente quando i due anelli di metallo sono a contatto entrambi con un conduttore elettrico. Quando si chiude il circuito la corrente può passare e le lucine si accendono (è come se accendiamo un interruttore!), quando invece il circuito è aperto la corrente non può circolare e il gioco è spento. Da notare che stiamo parlando di minime quantità di corrente, non c’è alcun pericolo!


    LA BICI, SIAMO NOI A PRODURRE CORRENTE!

    COSA FARE

    Salire in sella con un po’ di cautela e iniziare a pedalare. Lo spinotto davanti a voi serve per scegliere quale lampadina si vuole accendere. Lo scopo è quello di accendere la lampadina pedalando e cercando di sentire la differenza di forza che ci vuole per accendere l’una o l’altra lampadina. Una delle cinque lampadine è un po’ speciale. Provate a scoprire qual è e cosa succede!

    COME FUNZIONA

    In questo caso produciamo noi stessi energia elettrica pedalando. Il generatore che si trova dietro la bici è un dispositivo che produce energia elettrica a partire dall’energia meccanica del nostro movimento.



    Nella storia troviamo


    Nel 1791 Luigi Galvani (1737 – 1798), fisico e anatomista italiano, scoprì l’elettricità nei nervi delle rane che dissezionava. Pensava però che l’elettricità si potesse trovare solo nei tessuti viventi e che fosse di origine animale.

    Tra il 1799 e il 1800 Alessandro Volta, scienziato italiano nato a Como nel 1745, realizzò e perfezionò l’invenzione su cui stava lavorando da tempo: la pila, un dispositivo che genera una corrente elettrica costante. Questa invenzione geniale lo rese famoso in tutto il mondo e aprì le porte allo studio della corrente elettrica. La pila di Volta, antenata delle nostre attuali batterie, era costituita da una colonna di dischi di zinco alternati a dischi di rame e degli strati intermedi di cartone imbevuti di acqua salata. Collegando i due poli con un conduttore elettrico si poteva realizzare un circuito in cui passava corrente per tanto tempo.
    Il nome di Alessandro Volta è legato per sempre a quello dell’elettricità: il “volt” (V), l’unità di misura della tensione elettrica, infatti si chiama così proprio in suo onore.



    Il chimico e fisico inglese Michael Faraday nacque nel 1791. I suoi genitori erano di umili origini e a stimolare la sua passione per la scienza è stata soprattutto la lettura di libri. Iniziò la sua incredibile carriera di scienziato come assistente di Humphry Davy un famoso scienziato dell’epoca.
    Nel 1831, Michael Faraday e Joseph Henry notarono che un conduttore, spostandosi all’interno di un campo magnetico, produceva corrente elettrica, scoprendo perciò quella che viene chiamata l’induzione elettromagnetica.

    La prima dinamo basata sui principi di Faraday fu costruita nel 1860 in Italia da Antonio Pacinotti.
    In onore di Faraday, l’unità di misura della capacità elettrica prende il nome di farad.
    http://www.treccani.it/enciclopedia/michael-faraday_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/

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  • SOLE: L’ENERGIA PIÙ PULITA

    .

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    Esperimenti


    RADIOMETRO: LA PRIMA TAPPA VERSO I PANNELLI SOLARI

    COSA FARE

    Osservare il radiometro ponendolo vicino a una sorgente di luce o esposto al Sole. Sorge una domanda spontanea: perché si muove? Possiamo notare che il movimento delle lamine aumenta quando è maggiore l’intensità della luce che ricevono (sotto il Sole girano più in fretta).

    COME FUNZIONA

    La causa del movimento è la differenza di colore dei lati di ogni laminetta. Quando sono esposti alla Iuce, i lati neri si scaldano maggiormente e così anche l’aria in prossimità delle lamine (anche se è parzialmente estratta dall’interno del radiometro perché altrimenti non permetterebbe al mulinello di girare a causa dell’attrito). Le particelle d’aria aumentano la loro agitazione e urtano con maggiore energia le palette nere rispetto a quelle chiare. Il mulinello gira quindi con le palette chiare davanti e quelle scure dietro.


    DALLA LUCE DEL SOLE ALLA LUCE NELLE CASE

    COSA FARE

    La luce in questa casetta in miniatura funziona grazie a dei pannelli solari. Provate a posizionare la lampadina sopra i pannelli. Cosa succede ai LED all’interno della casetta? C’è un pannello che funziona in modo un po’ particolare?

    COME FUNIONA

    Come si può osservare, alcuni pannelli funzionano solo quando ricevono luce diretta dal Sole (o dalla lampadina): più vengono illuminati i pannelli più luce fanno i piccoli LED. Nella realtà però i pannelli solari non funzionano in questo modo altrimenti potremmo avere luce in casa solo quando c’è il Sole fuori (cosa abbastanza inutile). Solo in uno dei pannelli della nostra casetta la corrente prodotta viene accumulata in speciali batterie o pile per poi essere utilizzata quando serve, proprio come negli impianti reali.

    Nella storia troviamo


    Sir William Crookes, (1832 –1919) fu un chimico e fisico inglese, importante studioso di spettroscopia. Fu l’inventore nel 1873 di quello che oggi chiamiamo il radiometro di Crookes venduto ancora oggi come oggetto decorativo.
    Per raggiungere le conoscenze odierne nella tecnologia fotovoltaica ci sono volute diverse tappe e diverse menti illustri hanno contribuito con i loro studi ad acquisire le conoscenze odierne (ancora in costante evoluzione).

    Nel 1839 Il francese Alexandre Edmond Bécquerel (1820 – 1891) notò che della corrente elettrica viene generata durante alcune reazioni chimiche indotte dalla luce. Bécquerel costruì nel suo laboratorio la prima cella fotovoltaica a soli 19 anni. Grazie alle sue osservazioni è considerato lo scopritore dell’effetto fotovoltaico.

    Albert Einstein fisico e filosofo tedesco, svizzero e statunitense, fu uno dei più celebri fisici della storia della scienza ed è considerato all’unanimità uno dei più importanti studiosi del XX secolo anche per il suo vasto contributo alla cultura. Nel 1905 pubblicò la sua teoria sull’effetto fotoelettrico che gli valse il premio Nobel per la Fisica nel 1921 scoprendo, in poche parole, la relazione tra luce e corrente elettrica.

    Nel 1963 la ditta giapponese Sharp iniziò a produrre i primi moduli fotovoltaici commerciali.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
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    6500 Bellinzona

  • LAMPADINE, DAL CALORE ALLA LUCE

    .

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    Esperimenti


    LAMPADINE, STESSO NOME MA TANTO DIVERSE

    COSA FARE

    Nella cassetta di legno sono collegate diverse lampadine a un multimetro, un apparecchio che misura le grandezze elettriche. Nel nostro caso misuriamo i Watt cioè la quantità di energia utilizzata ogni secondo per accendere le lampadine.
    Nella versione più semplice del gioco (per i bambini più piccoli) possiamo:
    1. Ipotizzare di quali lampadine si tratta e ordinarle per consumo utilizzando gli “smile” (triste per quella che consuma di più fino a felice per quella che consuma di meno).
    2. Accendere un interruttore dopo l’altro e leggere sul display il consumo (i Watt).
    3. Controllare le ipotesi ed eventualmente riordinare gli “smile”. Con allievi un po’ più grandi possiamo cercare di fare dei calcoli:
    4. quanto consuma la lampadina meno ecologica se rimane accesa per un giorno intero? E per una settimana? Per calcolare quanto spendiamo ogni ora possiamo fare il seguente ragionamento: sappiamo che 1000 Watt (1 Kw) di elettricità per un’ora costano circa 20 cts. Quindi il costo di una lampadina accesa per un determinato tempo è Costo (in cts) = (numero di Watt x tempo (in ore) x 20 cts ) / 1000

    È interessante anche provare a collegare un altro apparecchio alla presa libera. Con un asciugacapelli ad esempio si può osservare come il consumo aumenta notevolmente cambiando la modalità aria fredda/aria calda.

    COME FUNZIONA

    La no. 1 è una lampadina a incandescenza classica
    La no. 2 è una lampadina alogena
    La no. 3 è una lampadina a risparmio energetico (a gas)
    La no. 4 è una lampadina a LED


    LA LAMPADA SPETTRALE...CON E SENZA OCCHIALI!

    COSA FARE

    Accendere la lampada spettrale e osservare la luce dapprima a occhio nudo e poi con l’aiuto degli occhiali reticolati. Con questi appariranno una serie di strisce colorate intorno alla luce della lampadina, ciascuna composta da alcune righe di un solo colore. Queste righe sono lo spettro di quel gas, ovvero l’insieme dei colori che caratterizzano la luce che emette.
    Dopo aver aspettato che si sia raffreddato, con molta cautela (un adulto) utilizzando un panno o un fazzoletto di carta per non toccarlo con le dita umide, si può cambiare il tubo spettrale (la lampadina) e osservare lo spettro degli altri elementi. Si noteranno ogni volta delle righe di colore diverso.
    Osservazione: se invece indirizziamo gli occhiali verso un’altra luce gialla o bianca noteremo tutto lo spettro continuo (tutti i colori dell’arcobaleno).

    COME FUNZIONA

    Ogni lampada spettrale contiene un solo tipo di gas. Il gas viene scaldato da una scarica elettrica e inizia ad emettere la sua luce. Osservando con gli occhiali reticolati vediamo per ciascun gas come è composta la luce emessa. Ogni gas ha un suo spettro caratteristico composto dalle stesse righe in tutto l’Universo: si tratta della sua carta d’identità

    La lampadina no. 1 contiene idrogeno
    La lampadina no. 2 contiene mercurio
    La lampadina no. 3 contiene azoto


    Nella storia troviamo


    Thomas Alva Edison nacque negli Stati Uniti nel 1847. Fu imprenditore e scienziato americano: uno degli inventori più prolifici del XIX secolo. Sembra che abbia ottenuto il record di più di 1000 brevetti registrati a suo nome in tutto il mondo. Ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della lampadina a incandescenza. Le sue prime Lampadine però non duravano per più di 10 o 15 minuti per l’impossibilità di creare il vuoto nel bulbo di vetro. Perfezionò quindi le pompe a vuoto e tra il 1978 e il 1879 finalmente, con del filamento di cotone da cucire carbonizzato, ottenne una lampada che poteva dar luce per più di 40 ore.
    http://www.treccani.it/enciclopedia
    Georges Claude fisico e imprenditore francese, inventò nel 1909 la lampada al neon: un tipo di lampada a scarica costituita da un bulbo di vetro trasparente contenente gas neon a bassa pressione.

    Edward E. Hammer ingegnere statunitense nato nel 1931 è stato un pioniere nello sviluppo delle lampadine a basso consumo durante la crisi energetica degli anni ‘70. Nel 1976 inventò la prima lampadina fluorescente compatta, ma a causa delle difficoltà nei processi di costruzione, non arrivò mai alla produzione del suo dispositivo. Altre ditte iniziarono a produrre e vendere questo tipo di lampadine solo dal 1995.

    Nick Holonyak Jr. nato nel 1928 è un inventore statunitense. Può essere considerato l’inventore del LED perché è stato il primo a mettere a punto il primo esemplare funzionante nel 1962. Si tratta di un dispositivo costituito da semiconduttori che ha la proprietà di trasformare l’energia elettrica in energia luminosa con bassissimo consumo di corrente.
    Fino all’inizio degli anni novanta però i LED erano solo di colore rosso e verde (come le spie degli apparecchi elettrici) ed era impossibile produrre della luce bianca utile all’illuminazione.
    Solo con l’invenzione del LED blu che ha permesso agli scienziati giapponesi Isamu Akaski e Hiroshi Amano e all’americano Shuji Nakamura di vincere il premio Nobel, questa barriera è stata superata. La tecnologia delle lampadine a LED è ancora in continua evoluzione.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
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    6500 Bellinzona

  • SOLE: L’ENERGIA PIÙ PULITA

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    Esperimenti


    RADIOMETRO: LA PRIMA TAPPA VERSO I PANNELLI SOLARI

    COSA FARE

    Osservare il radiometro ponendolo vicino a una sorgente di luce o esposto al Sole. Sorge una domanda spontanea: perché si muove? Possiamo notare che il movimento delle lamine aumenta quando è maggiore l’intensità della luce che ricevono (sotto il Sole girano più in fretta).

    COME FUNZIONA

    La causa del movimento è la differenza di colore dei lati di ogni laminetta. Quando sono esposti alla Iuce, i lati neri si scaldano maggiormente e così anche l’aria in prossimità delle lamine (anche se è parzialmente estratta dall’interno del radiometro perché altrimenti non permetterebbe al mulinello di girare a causa dell’attrito). Le particelle d’aria aumentano la loro agitazione e urtano con maggiore energia le palette nere rispetto a quelle chiare. Il mulinello gira quindi con le palette chiare davanti e quelle scure dietro.


    DALLA LUCE DEL SOLE ALLA LUCE NELLE CASE

    COSA FARE

    La luce in questa casetta in miniatura funziona grazie a dei pannelli solari. Provate a posizionare la lampadina sopra i pannelli. Cosa succede ai LED all’interno della casetta? C’è un pannello che funziona in modo un po’ particolare?

    COME FUNIONA

    Come si può osservare, alcuni pannelli funzionano solo quando ricevono luce diretta dal Sole (o dalla lampadina): più vengono illuminati i pannelli più luce fanno i piccoli LED. Nella realtà però i pannelli solari non funzionano in questo modo altrimenti potremmo avere luce in casa solo quando c’è il Sole fuori (cosa abbastanza inutile). Solo in uno dei pannelli della nostra casetta la corrente prodotta viene accumulata in speciali batterie o pile per poi essere utilizzata quando serve, proprio come negli impianti reali.

    Nella storia troviamo


    Sir William Crookes, (1832 –1919) fu un chimico e fisico inglese, importante studioso di spettroscopia. Fu l’inventore nel 1873 di quello che oggi chiamiamo il radiometro di Crookes venduto ancora oggi come oggetto decorativo.
    Per raggiungere le conoscenze odierne nella tecnologia fotovoltaica ci sono volute diverse tappe e diverse menti illustri hanno contribuito con i loro studi ad acquisire le conoscenze odierne (ancora in costante evoluzione).

    Nel 1839 Il francese Alexandre Edmond Bécquerel (1820 – 1891) notò che della corrente elettrica viene generata durante alcune reazioni chimiche indotte dalla luce. Bécquerel costruì nel suo laboratorio la prima cella fotovoltaica a soli 19 anni. Grazie alle sue osservazioni è considerato lo scopritore dell’effetto fotovoltaico.

    Albert Einstein fisico e filosofo tedesco, svizzero e statunitense, fu uno dei più celebri fisici della storia della scienza ed è considerato all’unanimità uno dei più importanti studiosi del XX secolo anche per il suo vasto contributo alla cultura. Nel 1905 pubblicò la sua teoria sull’effetto fotoelettrico che gli valse il premio Nobel per la Fisica nel 1921 scoprendo, in poche parole, la relazione tra luce e corrente elettrica.

    Nel 1963 la ditta giapponese Sharp iniziò a produrre i primi moduli fotovoltaici commerciali.

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    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
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  • LAMPADINE, DAL CALORE ALLA LUCE

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    Esperimenti


    LAMPADINE, STESSO NOME MA TANTO DIVERSE

    COSA FARE

    Nella cassetta di legno sono collegate diverse lampadine a un multimetro, un apparecchio che misura le grandezze elettriche. Nel nostro caso misuriamo i Watt cioè la quantità di energia utilizzata ogni secondo per accendere le lampadine.
    Nella versione più semplice del gioco (per i bambini più piccoli) possiamo:
    1. Ipotizzare di quali lampadine si tratta e ordinarle per consumo utilizzando gli “smile” (triste per quella che consuma di più fino a felice per quella che consuma di meno).
    2. Accendere un interruttore dopo l’altro e leggere sul display il consumo (i Watt).
    3. Controllare le ipotesi ed eventualmente riordinare gli “smile”. Con allievi un po’ più grandi possiamo cercare di fare dei calcoli:
    4. quanto consuma la lampadina meno ecologica se rimane accesa per un giorno intero? E per una settimana? Per calcolare quanto spendiamo ogni ora possiamo fare il seguente ragionamento: sappiamo che 1000 Watt (1 Kw) di elettricità per un’ora costano circa 20 cts. Quindi il costo di una lampadina accesa per un determinato tempo è Costo (in cts) = (numero di Watt x tempo (in ore) x 20 cts ) / 1000

    È interessante anche provare a collegare un altro apparecchio alla presa libera. Con un asciugacapelli ad esempio si può osservare come il consumo aumenta notevolmente cambiando la modalità aria fredda/aria calda.

    COME FUNZIONA

    La no. 1 è una lampadina a incandescenza classica
    La no. 2 è una lampadina alogena
    La no. 3 è una lampadina a risparmio energetico (a gas)
    La no. 4 è una lampadina a LED


    LA LAMPADA SPETTRALE...CON E SENZA OCCHIALI!

    COSA FARE

    Accendere la lampada spettrale e osservare la luce dapprima a occhio nudo e poi con l’aiuto degli occhiali reticolati. Con questi appariranno una serie di strisce colorate intorno alla luce della lampadina, ciascuna composta da alcune righe di un solo colore. Queste righe sono lo spettro di quel gas, ovvero l’insieme dei colori che caratterizzano la luce che emette.
    Dopo aver aspettato che si sia raffreddato, con molta cautela (un adulto) utilizzando un panno o un fazzoletto di carta per non toccarlo con le dita umide, si può cambiare il tubo spettrale (la lampadina) e osservare lo spettro degli altri elementi. Si noteranno ogni volta delle righe di colore diverso.
    Osservazione: se invece indirizziamo gli occhiali verso un’altra luce gialla o bianca noteremo tutto lo spettro continuo (tutti i colori dell’arcobaleno).

    COME FUNZIONA

    Ogni lampada spettrale contiene un solo tipo di gas. Il gas viene scaldato da una scarica elettrica e inizia ad emettere la sua luce. Osservando con gli occhiali reticolati vediamo per ciascun gas come è composta la luce emessa. Ogni gas ha un suo spettro caratteristico composto dalle stesse righe in tutto l’Universo: si tratta della sua carta d’identità

    La lampadina no. 1 contiene idrogeno
    La lampadina no. 2 contiene mercurio
    La lampadina no. 3 contiene azoto


    Nella storia troviamo


    Thomas Alva Edison nacque negli Stati Uniti nel 1847. Fu imprenditore e scienziato americano: uno degli inventori più prolifici del XIX secolo. Sembra che abbia ottenuto il record di più di 1000 brevetti registrati a suo nome in tutto il mondo. Ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della lampadina a incandescenza. Le sue prime Lampadine però non duravano per più di 10 o 15 minuti per l’impossibilità di creare il vuoto nel bulbo di vetro. Perfezionò quindi le pompe a vuoto e tra il 1978 e il 1879 finalmente, con del filamento di cotone da cucire carbonizzato, ottenne una lampada che poteva dar luce per più di 40 ore.
    http://www.treccani.it/enciclopedia
    Georges Claude fisico e imprenditore francese, inventò nel 1909 la lampada al neon: un tipo di lampada a scarica costituita da un bulbo di vetro trasparente contenente gas neon a bassa pressione.

    Edward E. Hammer ingegnere statunitense nato nel 1931 è stato un pioniere nello sviluppo delle lampadine a basso consumo durante la crisi energetica degli anni ‘70. Nel 1976 inventò la prima lampadina fluorescente compatta, ma a causa delle difficoltà nei processi di costruzione, non arrivò mai alla produzione del suo dispositivo. Altre ditte iniziarono a produrre e vendere questo tipo di lampadine solo dal 1995.

    Nick Holonyak Jr. nato nel 1928 è un inventore statunitense. Può essere considerato l’inventore del LED perché è stato il primo a mettere a punto il primo esemplare funzionante nel 1962. Si tratta di un dispositivo costituito da semiconduttori che ha la proprietà di trasformare l’energia elettrica in energia luminosa con bassissimo consumo di corrente.
    Fino all’inizio degli anni novanta però i LED erano solo di colore rosso e verde (come le spie degli apparecchi elettrici) ed era impossibile produrre della luce bianca utile all’illuminazione.
    Solo con l’invenzione del LED blu che ha permesso agli scienziati giapponesi Isamu Akaski e Hiroshi Amano e all’americano Shuji Nakamura di vincere il premio Nobel, questa barriera è stata superata. La tecnologia delle lampadine a LED è ancora in continua evoluzione.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
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  • LASER

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    Esperimenti


    LA “CHITARRA” LASER

    COSA FARE

    Collegare un iPod o un cellulare o una radio all’apparecchio trasmettitore. Avviare la musica e provare a modificarla posizionando la mano davanti al raggio laser o pizzicando un elastico (come se fosse una corda di chitarra).

    COME FUNZIONA

    Questo esperimento utilizza la luce del laser per portare la musica all’altoparlante. L’audio del riproduttore musicale, trasformato in corrente elettrica, è proiettato tramite un raggio LASER in una cella solare collegata a un amplificatore distante alcuni metri. Attraverso leggere modulazioni del raggio laser si possono sentire suoni differenti o addirittura interrompere la musica.

    FIBRE OTTICHE

    COSA FARE

    Accendere e osservare la lampada a fibre ottiche: cosa succede? Si può far cambiare direzione alla luce?

    COME FUNZIONA

    Le fibre ottiche sono filamenti di materiali trasparenti (vetro o plastica), realizzati in modo da poter condurre al loro interno la luce. Vengono utilizzati ormai diffusamente nella telecomunicazione perché permettono di trasmettere dati in modo molto più rapido rispetto ai cavi tradizionali (che funzionano a impulsi elettrici).
    Per saperne di più vedi approfondimenti.

    Nella storia troviamo


    Nel 1917 Albert Einstein (1879 –1955), pose le basi teoriche del laser e del maser in un articolo sulla teoria quantistica delle radiazioni.
    Nel 1960 Theodore H. Maiman (1927 – 2007) azionò il primo laser funzionante. Era un laser a stato solido che sfruttava il cristallo di rubino in grado di produrre un raggio laser rosso. Seguirono raggi laser a gas utilizzando l’elio ed il neon in grado di produrre un raggio infrarosso.
    Nel 1963 C. Patel mise a punto il laser ad anidride carbonica. Solo nel 1969 si svilupparono i primi laser a temperatura ambiente (diodo laser).

    Scheda mostra didattica


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  • LAMPADINE, DAL CALORE ALLA LUCE

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    Esperimenti


    LAMPADINE, STESSO NOME MA TANTO DIVERSE

    COSA FARE

    Nella cassetta di legno sono collegate diverse lampadine a un multimetro, un apparecchio che misura le grandezze elettriche. Nel nostro caso misuriamo i Watt cioè la quantità di energia utilizzata ogni secondo per accendere le lampadine.
    Nella versione più semplice del gioco (per i bambini più piccoli) possiamo:
    1. Ipotizzare di quali lampadine si tratta e ordinarle per consumo utilizzando gli “smile” (triste per quella che consuma di più fino a felice per quella che consuma di meno).
    2. Accendere un interruttore dopo l’altro e leggere sul display il consumo (i Watt).
    3. Controllare le ipotesi ed eventualmente riordinare gli “smile”. Con allievi un po’ più grandi possiamo cercare di fare dei calcoli:
    4. quanto consuma la lampadina meno ecologica se rimane accesa per un giorno intero? E per una settimana? Per calcolare quanto spendiamo ogni ora possiamo fare il seguente ragionamento: sappiamo che 1000 Watt (1 Kw) di elettricità per un’ora costano circa 20 cts. Quindi il costo di una lampadina accesa per un determinato tempo è Costo (in cts) = (numero di Watt x tempo (in ore) x 20 cts ) / 1000

    È interessante anche provare a collegare un altro apparecchio alla presa libera. Con un asciugacapelli ad esempio si può osservare come il consumo aumenta notevolmente cambiando la modalità aria fredda/aria calda.

    COME FUNZIONA

    La no. 1 è una lampadina a incandescenza classica
    La no. 2 è una lampadina alogena
    La no. 3 è una lampadina a risparmio energetico (a gas)
    La no. 4 è una lampadina a LED


    LA LAMPADA SPETTRALE...CON E SENZA OCCHIALI!

    COSA FARE

    Accendere la lampada spettrale e osservare la luce dapprima a occhio nudo e poi con l’aiuto degli occhiali reticolati. Con questi appariranno una serie di strisce colorate intorno alla luce della lampadina, ciascuna composta da alcune righe di un solo colore. Queste righe sono lo spettro di quel gas, ovvero l’insieme dei colori che caratterizzano la luce che emette.
    Dopo aver aspettato che si sia raffreddato, con molta cautela (un adulto) utilizzando un panno o un fazzoletto di carta per non toccarlo con le dita umide, si può cambiare il tubo spettrale (la lampadina) e osservare lo spettro degli altri elementi. Si noteranno ogni volta delle righe di colore diverso.
    Osservazione: se invece indirizziamo gli occhiali verso un’altra luce gialla o bianca noteremo tutto lo spettro continuo (tutti i colori dell’arcobaleno).

    COME FUNZIONA

    Ogni lampada spettrale contiene un solo tipo di gas. Il gas viene scaldato da una scarica elettrica e inizia ad emettere la sua luce. Osservando con gli occhiali reticolati vediamo per ciascun gas come è composta la luce emessa. Ogni gas ha un suo spettro caratteristico composto dalle stesse righe in tutto l’Universo: si tratta della sua carta d’identità

    La lampadina no. 1 contiene idrogeno
    La lampadina no. 2 contiene mercurio
    La lampadina no. 3 contiene azoto


    Nella storia troviamo


    Thomas Alva Edison nacque negli Stati Uniti nel 1847. Fu imprenditore e scienziato americano: uno degli inventori più prolifici del XIX secolo. Sembra che abbia ottenuto il record di più di 1000 brevetti registrati a suo nome in tutto il mondo. Ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della lampadina a incandescenza. Le sue prime Lampadine però non duravano per più di 10 o 15 minuti per l’impossibilità di creare il vuoto nel bulbo di vetro. Perfezionò quindi le pompe a vuoto e tra il 1978 e il 1879 finalmente, con del filamento di cotone da cucire carbonizzato, ottenne una lampada che poteva dar luce per più di 40 ore.
    http://www.treccani.it/enciclopedia
    Georges Claude fisico e imprenditore francese, inventò nel 1909 la lampada al neon: un tipo di lampada a scarica costituita da un bulbo di vetro trasparente contenente gas neon a bassa pressione.

    Edward E. Hammer ingegnere statunitense nato nel 1931 è stato un pioniere nello sviluppo delle lampadine a basso consumo durante la crisi energetica degli anni ‘70. Nel 1976 inventò la prima lampadina fluorescente compatta, ma a causa delle difficoltà nei processi di costruzione, non arrivò mai alla produzione del suo dispositivo. Altre ditte iniziarono a produrre e vendere questo tipo di lampadine solo dal 1995.

    Nick Holonyak Jr. nato nel 1928 è un inventore statunitense. Può essere considerato l’inventore del LED perché è stato il primo a mettere a punto il primo esemplare funzionante nel 1962. Si tratta di un dispositivo costituito da semiconduttori che ha la proprietà di trasformare l’energia elettrica in energia luminosa con bassissimo consumo di corrente.
    Fino all’inizio degli anni novanta però i LED erano solo di colore rosso e verde (come le spie degli apparecchi elettrici) ed era impossibile produrre della luce bianca utile all’illuminazione.
    Solo con l’invenzione del LED blu che ha permesso agli scienziati giapponesi Isamu Akaski e Hiroshi Amano e all’americano Shuji Nakamura di vincere il premio Nobel, questa barriera è stata superata. La tecnologia delle lampadine a LED è ancora in continua evoluzione.

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    RADIOMETRO: LA PRIMA TAPPA VERSO I PANNELLI SOLARI

    COSA FARE

    Osservare il radiometro ponendolo vicino a una sorgente di luce o esposto al Sole. Sorge una domanda spontanea: perché si muove? Possiamo notare che il movimento delle lamine aumenta quando è maggiore l’intensità della luce che ricevono (sotto il Sole girano più in fretta).

    COME FUNZIONA

    La causa del movimento è la differenza di colore dei lati di ogni laminetta. Quando sono esposti alla Iuce, i lati neri si scaldano maggiormente e così anche l’aria in prossimità delle lamine (anche se è parzialmente estratta dall’interno del radiometro perché altrimenti non permetterebbe al mulinello di girare a causa dell’attrito). Le particelle d’aria aumentano la loro agitazione e urtano con maggiore energia le palette nere rispetto a quelle chiare. Il mulinello gira quindi con le palette chiare davanti e quelle scure dietro.


    DALLA LUCE DEL SOLE ALLA LUCE NELLE CASE

    COSA FARE

    La luce in questa casetta in miniatura funziona grazie a dei pannelli solari. Provate a posizionare la lampadina sopra i pannelli. Cosa succede ai LED all’interno della casetta? C’è un pannello che funziona in modo un po’ particolare?

    COME FUNIONA

    Come si può osservare, alcuni pannelli funzionano solo quando ricevono luce diretta dal Sole (o dalla lampadina): più vengono illuminati i pannelli più luce fanno i piccoli LED. Nella realtà però i pannelli solari non funzionano in questo modo altrimenti potremmo avere luce in casa solo quando c’è il Sole fuori (cosa abbastanza inutile). Solo in uno dei pannelli della nostra casetta la corrente prodotta viene accumulata in speciali batterie o pile per poi essere utilizzata quando serve, proprio come negli impianti reali.

    Nella storia troviamo


    Sir William Crookes, (1832 –1919) fu un chimico e fisico inglese, importante studioso di spettroscopia. Fu l’inventore nel 1873 di quello che oggi chiamiamo il radiometro di Crookes venduto ancora oggi come oggetto decorativo.
    Per raggiungere le conoscenze odierne nella tecnologia fotovoltaica ci sono volute diverse tappe e diverse menti illustri hanno contribuito con i loro studi ad acquisire le conoscenze odierne (ancora in costante evoluzione).

    Nel 1839 Il francese Alexandre Edmond Bécquerel (1820 – 1891) notò che della corrente elettrica viene generata durante alcune reazioni chimiche indotte dalla luce. Bécquerel costruì nel suo laboratorio la prima cella fotovoltaica a soli 19 anni. Grazie alle sue osservazioni è considerato lo scopritore dell’effetto fotovoltaico.

    Albert Einstein fisico e filosofo tedesco, svizzero e statunitense, fu uno dei più celebri fisici della storia della scienza ed è considerato all’unanimità uno dei più importanti studiosi del XX secolo anche per il suo vasto contributo alla cultura. Nel 1905 pubblicò la sua teoria sull’effetto fotoelettrico che gli valse il premio Nobel per la Fisica nel 1921 scoprendo, in poche parole, la relazione tra luce e corrente elettrica.

    Nel 1963 la ditta giapponese Sharp iniziò a produrre i primi moduli fotovoltaici commerciali.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
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  • LASER

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    Esperimenti


    LA “CHITARRA” LASER

    COSA FARE

    Collegare un iPod o un cellulare o una radio all’apparecchio trasmettitore. Avviare la musica e provare a modificarla posizionando la mano davanti al raggio laser o pizzicando un elastico (come se fosse una corda di chitarra).

    COME FUNZIONA

    Questo esperimento utilizza la luce del laser per portare la musica all’altoparlante. L’audio del riproduttore musicale, trasformato in corrente elettrica, è proiettato tramite un raggio LASER in una cella solare collegata a un amplificatore distante alcuni metri. Attraverso leggere modulazioni del raggio laser si possono sentire suoni differenti o addirittura interrompere la musica.

    FIBRE OTTICHE

    COSA FARE

    Accendere e osservare la lampada a fibre ottiche: cosa succede? Si può far cambiare direzione alla luce?

    COME FUNZIONA

    Le fibre ottiche sono filamenti di materiali trasparenti (vetro o plastica), realizzati in modo da poter condurre al loro interno la luce. Vengono utilizzati ormai diffusamente nella telecomunicazione perché permettono di trasmettere dati in modo molto più rapido rispetto ai cavi tradizionali (che funzionano a impulsi elettrici).
    Per saperne di più vedi approfondimenti.

    Nella storia troviamo


    Nel 1917 Albert Einstein (1879 –1955), pose le basi teoriche del laser e del maser in un articolo sulla teoria quantistica delle radiazioni.
    Nel 1960 Theodore H. Maiman (1927 – 2007) azionò il primo laser funzionante. Era un laser a stato solido che sfruttava il cristallo di rubino in grado di produrre un raggio laser rosso. Seguirono raggi laser a gas utilizzando l’elio ed il neon in grado di produrre un raggio infrarosso.
    Nel 1963 C. Patel mise a punto il laser ad anidride carbonica. Solo nel 1969 si svilupparono i primi laser a temperatura ambiente (diodo laser).

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
    Viale S. Franscini 32
    6500 Bellinzona

  • LAMPADINE, DAL CALORE ALLA LUCE

    .

    Scheda didattica  |  Approfondimento





    Esperimenti


    LAMPADINE, STESSO NOME MA TANTO DIVERSE

    COSA FARE

    Nella cassetta di legno sono collegate diverse lampadine a un multimetro, un apparecchio che misura le grandezze elettriche. Nel nostro caso misuriamo i Watt cioè la quantità di energia utilizzata ogni secondo per accendere le lampadine.
    Nella versione più semplice del gioco (per i bambini più piccoli) possiamo:
    1. Ipotizzare di quali lampadine si tratta e ordinarle per consumo utilizzando gli “smile” (triste per quella che consuma di più fino a felice per quella che consuma di meno).
    2. Accendere un interruttore dopo l’altro e leggere sul display il consumo (i Watt).
    3. Controllare le ipotesi ed eventualmente riordinare gli “smile”. Con allievi un po’ più grandi possiamo cercare di fare dei calcoli:
    4. quanto consuma la lampadina meno ecologica se rimane accesa per un giorno intero? E per una settimana? Per calcolare quanto spendiamo ogni ora possiamo fare il seguente ragionamento: sappiamo che 1000 Watt (1 Kw) di elettricità per un’ora costano circa 20 cts. Quindi il costo di una lampadina accesa per un determinato tempo è Costo (in cts) = (numero di Watt x tempo (in ore) x 20 cts ) / 1000

    È interessante anche provare a collegare un altro apparecchio alla presa libera. Con un asciugacapelli ad esempio si può osservare come il consumo aumenta notevolmente cambiando la modalità aria fredda/aria calda.

    COME FUNZIONA

    La no. 1 è una lampadina a incandescenza classica
    La no. 2 è una lampadina alogena
    La no. 3 è una lampadina a risparmio energetico (a gas)
    La no. 4 è una lampadina a LED


    LA LAMPADA SPETTRALE...CON E SENZA OCCHIALI!

    COSA FARE

    Accendere la lampada spettrale e osservare la luce dapprima a occhio nudo e poi con l’aiuto degli occhiali reticolati. Con questi appariranno una serie di strisce colorate intorno alla luce della lampadina, ciascuna composta da alcune righe di un solo colore. Queste righe sono lo spettro di quel gas, ovvero l’insieme dei colori che caratterizzano la luce che emette.
    Dopo aver aspettato che si sia raffreddato, con molta cautela (un adulto) utilizzando un panno o un fazzoletto di carta per non toccarlo con le dita umide, si può cambiare il tubo spettrale (la lampadina) e osservare lo spettro degli altri elementi. Si noteranno ogni volta delle righe di colore diverso.
    Osservazione: se invece indirizziamo gli occhiali verso un’altra luce gialla o bianca noteremo tutto lo spettro continuo (tutti i colori dell’arcobaleno).

    COME FUNZIONA

    Ogni lampada spettrale contiene un solo tipo di gas. Il gas viene scaldato da una scarica elettrica e inizia ad emettere la sua luce. Osservando con gli occhiali reticolati vediamo per ciascun gas come è composta la luce emessa. Ogni gas ha un suo spettro caratteristico composto dalle stesse righe in tutto l’Universo: si tratta della sua carta d’identità

    La lampadina no. 1 contiene idrogeno
    La lampadina no. 2 contiene mercurio
    La lampadina no. 3 contiene azoto


    Nella storia troviamo


    Thomas Alva Edison nacque negli Stati Uniti nel 1847. Fu imprenditore e scienziato americano: uno degli inventori più prolifici del XIX secolo. Sembra che abbia ottenuto il record di più di 1000 brevetti registrati a suo nome in tutto il mondo. Ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della lampadina a incandescenza. Le sue prime Lampadine però non duravano per più di 10 o 15 minuti per l’impossibilità di creare il vuoto nel bulbo di vetro. Perfezionò quindi le pompe a vuoto e tra il 1978 e il 1879 finalmente, con del filamento di cotone da cucire carbonizzato, ottenne una lampada che poteva dar luce per più di 40 ore.
    http://www.treccani.it/enciclopedia
    Georges Claude fisico e imprenditore francese, inventò nel 1909 la lampada al neon: un tipo di lampada a scarica costituita da un bulbo di vetro trasparente contenente gas neon a bassa pressione.

    Edward E. Hammer ingegnere statunitense nato nel 1931 è stato un pioniere nello sviluppo delle lampadine a basso consumo durante la crisi energetica degli anni ‘70. Nel 1976 inventò la prima lampadina fluorescente compatta, ma a causa delle difficoltà nei processi di costruzione, non arrivò mai alla produzione del suo dispositivo. Altre ditte iniziarono a produrre e vendere questo tipo di lampadine solo dal 1995.

    Nick Holonyak Jr. nato nel 1928 è un inventore statunitense. Può essere considerato l’inventore del LED perché è stato il primo a mettere a punto il primo esemplare funzionante nel 1962. Si tratta di un dispositivo costituito da semiconduttori che ha la proprietà di trasformare l’energia elettrica in energia luminosa con bassissimo consumo di corrente.
    Fino all’inizio degli anni novanta però i LED erano solo di colore rosso e verde (come le spie degli apparecchi elettrici) ed era impossibile produrre della luce bianca utile all’illuminazione.
    Solo con l’invenzione del LED blu che ha permesso agli scienziati giapponesi Isamu Akaski e Hiroshi Amano e all’americano Shuji Nakamura di vincere il premio Nobel, questa barriera è stata superata. La tecnologia delle lampadine a LED è ancora in continua evoluzione.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
    Viale S. Franscini 32
    6500 Bellinzona

  • LAMPADINE, DAL CALORE ALLA LUCE

    .

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    Esperimenti


    LAMPADINE, STESSO NOME MA TANTO DIVERSE

    COSA FARE

    Nella cassetta di legno sono collegate diverse lampadine a un multimetro, un apparecchio che misura le grandezze elettriche. Nel nostro caso misuriamo i Watt cioè la quantità di energia utilizzata ogni secondo per accendere le lampadine.
    Nella versione più semplice del gioco (per i bambini più piccoli) possiamo:
    1. Ipotizzare di quali lampadine si tratta e ordinarle per consumo utilizzando gli “smile” (triste per quella che consuma di più fino a felice per quella che consuma di meno).
    2. Accendere un interruttore dopo l’altro e leggere sul display il consumo (i Watt).
    3. Controllare le ipotesi ed eventualmente riordinare gli “smile”. Con allievi un po’ più grandi possiamo cercare di fare dei calcoli:
    4. quanto consuma la lampadina meno ecologica se rimane accesa per un giorno intero? E per una settimana? Per calcolare quanto spendiamo ogni ora possiamo fare il seguente ragionamento: sappiamo che 1000 Watt (1 Kw) di elettricità per un’ora costano circa 20 cts. Quindi il costo di una lampadina accesa per un determinato tempo è Costo (in cts) = (numero di Watt x tempo (in ore) x 20 cts ) / 1000

    È interessante anche provare a collegare un altro apparecchio alla presa libera. Con un asciugacapelli ad esempio si può osservare come il consumo aumenta notevolmente cambiando la modalità aria fredda/aria calda.

    COME FUNZIONA

    La no. 1 è una lampadina a incandescenza classica
    La no. 2 è una lampadina alogena
    La no. 3 è una lampadina a risparmio energetico (a gas)
    La no. 4 è una lampadina a LED


    LA LAMPADA SPETTRALE...CON E SENZA OCCHIALI!

    COSA FARE

    Accendere la lampada spettrale e osservare la luce dapprima a occhio nudo e poi con l’aiuto degli occhiali reticolati. Con questi appariranno una serie di strisce colorate intorno alla luce della lampadina, ciascuna composta da alcune righe di un solo colore. Queste righe sono lo spettro di quel gas, ovvero l’insieme dei colori che caratterizzano la luce che emette.
    Dopo aver aspettato che si sia raffreddato, con molta cautela (un adulto) utilizzando un panno o un fazzoletto di carta per non toccarlo con le dita umide, si può cambiare il tubo spettrale (la lampadina) e osservare lo spettro degli altri elementi. Si noteranno ogni volta delle righe di colore diverso.
    Osservazione: se invece indirizziamo gli occhiali verso un’altra luce gialla o bianca noteremo tutto lo spettro continuo (tutti i colori dell’arcobaleno).

    COME FUNZIONA

    Ogni lampada spettrale contiene un solo tipo di gas. Il gas viene scaldato da una scarica elettrica e inizia ad emettere la sua luce. Osservando con gli occhiali reticolati vediamo per ciascun gas come è composta la luce emessa. Ogni gas ha un suo spettro caratteristico composto dalle stesse righe in tutto l’Universo: si tratta della sua carta d’identità

    La lampadina no. 1 contiene idrogeno
    La lampadina no. 2 contiene mercurio
    La lampadina no. 3 contiene azoto


    Nella storia troviamo


    Thomas Alva Edison nacque negli Stati Uniti nel 1847. Fu imprenditore e scienziato americano: uno degli inventori più prolifici del XIX secolo. Sembra che abbia ottenuto il record di più di 1000 brevetti registrati a suo nome in tutto il mondo. Ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della lampadina a incandescenza. Le sue prime Lampadine però non duravano per più di 10 o 15 minuti per l’impossibilità di creare il vuoto nel bulbo di vetro. Perfezionò quindi le pompe a vuoto e tra il 1978 e il 1879 finalmente, con del filamento di cotone da cucire carbonizzato, ottenne una lampada che poteva dar luce per più di 40 ore.
    http://www.treccani.it/enciclopedia
    Georges Claude fisico e imprenditore francese, inventò nel 1909 la lampada al neon: un tipo di lampada a scarica costituita da un bulbo di vetro trasparente contenente gas neon a bassa pressione.

    Edward E. Hammer ingegnere statunitense nato nel 1931 è stato un pioniere nello sviluppo delle lampadine a basso consumo durante la crisi energetica degli anni ‘70. Nel 1976 inventò la prima lampadina fluorescente compatta, ma a causa delle difficoltà nei processi di costruzione, non arrivò mai alla produzione del suo dispositivo. Altre ditte iniziarono a produrre e vendere questo tipo di lampadine solo dal 1995.

    Nick Holonyak Jr. nato nel 1928 è un inventore statunitense. Può essere considerato l’inventore del LED perché è stato il primo a mettere a punto il primo esemplare funzionante nel 1962. Si tratta di un dispositivo costituito da semiconduttori che ha la proprietà di trasformare l’energia elettrica in energia luminosa con bassissimo consumo di corrente.
    Fino all’inizio degli anni novanta però i LED erano solo di colore rosso e verde (come le spie degli apparecchi elettrici) ed era impossibile produrre della luce bianca utile all’illuminazione.
    Solo con l’invenzione del LED blu che ha permesso agli scienziati giapponesi Isamu Akaski e Hiroshi Amano e all’americano Shuji Nakamura di vincere il premio Nobel, questa barriera è stata superata. La tecnologia delle lampadine a LED è ancora in continua evoluzione.

    Scheda mostra didattica


    decs-sd.cdbe@ti.ch – tel. 091 814 63 16 / 12
    Centro di risorse didattiche e digitali
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  • In conclusione, in questa breve storia della luce e delle tecnologie a lei associate, abbiamo potuto dare uno sguardo agli sforzi e alle invenzioni dell’uomo che gli hanno permesso di migliorare la qualità della vita in modo sorprendente. Senza le scoperte e l’ingegno di numerose persone non saremmo infatti arrivati dove siamo ora. Tuttavia, ogni nuova invenzione porta con sé non solo dei vantaggi, ma anche delle nuove sfide. Dobbiamo essere in grado di riconoscerle e di affrontarle senza mai pensare di aver trovato la “soluzione miracolosa” che risolverà tutti i problemi. Come abbiamo visto, ogni conquista o innovazione umana ha da una parte migliorato la vita delle persone e dall’altra avuto degli impatti negativi. Con l’accelerazione dell’innovazione questi aspetti vengono sempre più accentuati e la sfida futura sarà quella di riuscire non solo ad avere a disposizione tecnologie sempre più “pulite” e disponibili a tutti, ma anche saperle utilizzare in modo intelligente affinché migliorino davvero la qualità di vita di tutti noi, ovunque viviamo.






    L’intero progetto è stato curato dal CERDD con la preziosa collaborazione di:

    • Giorgio Häusermann, Pamela Delorenzi per gli aspetti scientifici
    • Fabio Guarneri per gli aspetti ambientali
    • Bice Gadda Conti per l’ideazione e la realizzazione grafica


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